Il processo di sterilizzazione, tecnicamente noto come protocollo di sterilizzazione, deve essere conosciuto dagli operatori del settore estetico e sanitario ai fini di evitare la trasmissione di infezioni crociate. Questo protocollo determina quali siano le fasi per una corretta sterilizzazione secondo le norme vigenti in Italia e in Europa.
Secondo la normativa Europea N°556-1 la sterilizzazione deve garantire un livello di sicurezza a cui corrisponde una probabilità inferiore a uno su un milione di trovare un microrganismo vitale all’interno di un lotto sterilizzato. Sul punto è bene ricordare che tale risultato è oggi ottenuto solo da un completo processo di sterilizzazione finalizzato con l’utilizzo di un autoclave.
Tutti i professionisti del settore estetico e medico che utilizzano strumenti o dispositivi che entrano in contatto con pelle, mucose, sangue e tessuti. Anche l’estetista rientra in queste categorie.
Capito che non rispettare le norme sulla sterilizzazione può causare gravi problemi legali ed economici, vediamo come si compone il processo di sterilizzazione e quali sono le apparecchiature e gli strumenti più adatti sul mercato per rispettarlo.
La disinfezione è la prima fase del ciclo di sterilizzazione e ha una doppia valenza: una di tipo biologico, in quanto serve ad abbattere la carica batterica portando gli strumenti a livello di sicurezza; una di tipo normativo che fa espresso riferimento al decreto legislativo 81/2008 sulla tutela della salute del lavoratore.
Questa fase si effettua mediante l’utilizzo di apposite vasche per la disinfezione che devono essere riempite con un particolare liquido. Molto importante, in questo passaggio, rispettare il periodo di stazionamento, cioè il lasso di tempo in cui gli strumenti sono immersi nel detergente disinfettante.
La detersione è la fase in cui eventuali residui e incrostazioni vengono letteralmente disgregati da un emissione di ultrasuoni.
Questa fase si effettua mediante l’utilizzo di apposite vasche di lavaggio ad ultrasuoni in cui gli strumenti vengono immersi in un liquido per un periodo di tempo e temperatura prestabiliti.
L’asciugatura è una fase di importanza elevata per garantire una corretta sterilizzazione. La mancata asciugatura degli strumenti prima del confezionamento può creare:
Questa fase si effettua utilizzando delle salviette monouso o dell’aria compressa. Durante questo importante procedimento bisogna far attenzione alla presenza di residui, in tal caso bisogna ripetere il processo di sterilizzazione dall'inizio. Una volta terminata l’asciugatura bisogno effettuare la manutenzione, tranne nel caso di strumenti taglienti o pungenti. Per effettuare la manutenzione di questo tipo di strumenti è buona norma completare il ciclo di sterilizzazione, adempiere alla manutenzione necessaria e ripete il ciclo di sterilizzazione un’altra volta. Questo processo ha lo scopo di prevenire ferite infette ai danni dell’operatore. La modalità di manutenzione, solitamente, viene indicata nel manuale d’uso del produttore dello strumento che stai sottoponendo al ciclo di sterilizzazione.
A contatto con l’aria e l’ambiente esterno la sterilità degli strumenti trattati con tecniche di disinfezione e detersione è seriamente compromessa. Per garantire la stabilità del processo di sterilizzazione nel tempo occorre imbustare gli attrezzi da lavoro. Mediante questa tecnica la sicurezza di una perfetta sterilizzazione dura fino a 30 giorni.
A coronare il processo di sterilizzazione è l’utilizzo dell’autoclave. Solo le autoclavi hanno i requisiti tecnici e funzionali per rispettare la legge italiana e la normativa Europea. L’autoclave, inoltre, tiene traccia dei cicli di sterilizzazione che hai effettuato. In questo modo avrai sempre rispettato l’obbligo dell’onere della prova liberatoria, cioè l’obbligo di dimostrare che hai valutato i rischi di contaminazione e di aver adottato tutte le misure di sicurezza necessarie. La tracciabilità dei cicli di sterilizzazione può essere un fattore determinate a tuo favore quando devi affrontare delle controversie legali.
Le autoclavi di classe B permettono la sterilizzazione di tutti i tipi di carico.
Le autoclavi di classe N permettono di sterilizzare solo dei corpi solidi senza spazi cavi, non imbustati (quindi non è possibile nemmeno preservare a lungo la sterilizzazione in questo tipo di autoclavi).
Le autoclavi di classe S hanno specifiche tecniche che consentono di sterilizzare solo un gruppo ristretto di strumenti con determinate caratteristiche.